Mentalità burocratica

crfvgBildschirmfoto 2016-01-27 um 22.00.02 e tanti altri…

Caro Matteo

Di una rottamazione si attende un cambio di stile
tous azimuts, un cambio di cultura profondo. Facciamone la prova in pratica, quasi tre anni dopo che hai rottamato un partito e un governo.

Povera Italia, paese dove il personale di qualche compagnia di servizi al pubblico (banchi, telecomunicazioni, ecc.) si è abituato ad una prassi autoreferenziale uguale a quella della burocrazia....
In dicembre mi hanno mandato una e-mail informandomi che il mio codice personale per l'accesso online al mio conto sia cambiato e che mi sia stato inviato il nuovo codice e che possa tuttavia accedere con il vecchio. Allora, mi aspettavo un altro messaggio indicandomi quello nuovo. Non è mai arrivato. Quando mi sono reso conto che forse il nuovo codice mi sia stato messo come messaggio sul mio conto online, ho provato accederlo col vecchio codice. Respinto. Apparentemente c'era una scadenza che mi era scappato. Che cazzo…

Chiamo il servizio clienti. numero verde. Mi parla un operatore automatico he mi chiede il codice personale. Non vendo quello nuovo, provo il vecchio. Respinto…
Chiamo la signora nella filiale che mi aveva fatto il conto. Lei non c'è più. E la filiale non è più competente per il mio conto. Mi inoltrano in altra filiale. Il nuovo responsabile non c'è, il suo collega si nota il mio numero per una richiamata. Che non capita.
Patati, patata…

Finalmente il responsabile si fa sentire tramite e-mail. Li spiego quanto successo, lui mi spiego che non può aiutarmi, e mi indica il numero verde, Si, quello già provato…
Mamma mia.
Sono abituato in tutta Europa a servizi bancari di tipo
client-minded.

Ultima ratio: la pagine Facebook del banco...
E pur si muove:
Ciao Billo. Mi dispiace per il tuo disappunto. Per assistenza all’accesso ti consiglio di contattare nuovamente il numero verde, digitare il tasto 1 e quando il risponditore automatico richiede il codice Titolare, non inserirlo e aspettare che la voce guida ti dica di selezionare il tasto 9. Parlerai direttamente con un gestore della filiale online. Riccardo di Intesa Sanpaolo.

Detto, fatto. Ma per aspettare 15 minuti mentre una voce automatica femminile mi fa sapere e risapere che tutti gli operatori sono occupati. Mi diverto intanto un po' ma non troppo su Facebook…
Finalmente l'operatore c'è. Parla velocemente, in dialetto del sud. Ma ci capiamo ogni volta quando ripeto la mia domanda. Vabbè. Il caso risolto, scarico la mia critica acerba anche sulla povera persona che non ne può niente. Alla fine ridiamo entrambi. Ciao, buona serata.
Tutto bene che finisce bene? Non proprio.

Per tutti coloro che vivono in uno dei più belli paesi del mondo mi auguro che sia finito prossimamente e una volta per sempre con quella mentalità burocratica che distrugge l'Italia. Signor Renzi, la rottamazione, dov'è finita?

Comments

Fare politica vuol dire mentire?

renzi_marino

Caro Matteo

Questa foto è stata replicata recentemente dai giornali per indicare che il clima tra te e il sindaco di Roma una volta sia stato meglio.
Ma la foto in verità rivela altro: Mentre lui ti abbraccia et tu fai finta di abbracciarlo, ovviamente hai voluto una sola cosa: disfarti di lui. Tu non hai mai avuto fiducia in o simpatia per Ignazio Marino. E proprio così lo tratti. Tu ti intrometti in cose da decidere soltanto dai Romani, giocando il tuo gioco con i due cappelli di capogoverno e capopartito.
Uno che si è presentato come rottamatore per cambiare il paese si svela come un semplice politico al solito: fa giochi e mente. Ma dai!
Comments

Povero Matteo, stai per perdere…

Renzi

Caro Matteo

Recentemente ho letto nel giornale una frase che avresti indirizzato al tuo pre-predecessore in veste di capo del Partito Democratico, il socialista Pier Luigi Bersani, che insieme ad una minoranza del tuo partito non lo vede in modo tuo con la legge elettorale:
«La prima regola della democrazia è rispettare la volontà della maggioranza, altrimenti è anarchia.»

Questa frase mi ha spiegato meglio di tutti i tuoi tweets ed azioni che cosa intendi per democrazia. E un concetto sulla base della preoccupazione neo-europea per la governabilità degli Stati. Perciò vuoi una legge elettorale con cui si può conquistare con i soli 40 per cento dei voti la maggioranza nel parlamento e quindi il potere esecutivo indiviso. E perché questa legge è contestato anche nel tuo partito l’hai blindata con la questione di fiducia, vale a dire:
o ingollate la legge e me stesso o me ne vado.

Visto che normalmente i numeri ci dovrebbero essere con la maggioranza di centro-sinistra sotto il tuo commando, la questione di fiducia sembra superfluo. Ah no? Hai temuto che qualche Onorevole del tu partito possa votare contro l’Italicum renziano? Ma non avete discusso in tutta franchezza delle differenze nel seno del partito per trovare una linea comune?

Blindare la decisione su un fondamento della democrazia, nobile onere del parlamento, con la fiducia al governo non ha esasperato solo le opposizioni esterne ma sopratutto quelle interne. Dopo tante altre distorsioni la minoranza ne ha abbastanza. Adesso stai per rottamare proprio il tuo partito di cui incombe la spaccatura. Dunque via i 40 per cento dei elettori, via la garanzia di governabilità…

Povero Matteo, stai per perdere. Anche se riesci ad imporre quella legge al parlamento, anche se vinci il referendum già annunciato, la tua partita sarà finita. Non solo per te, ma soprattuto per il Belpaese che si aspettava finalmente soluzioni degli problemi reali ed invece si vede lasciato nella stessa merda…

Non vale rifletterci ancora? E proprio ora.

Coraggio, in bocca al lupo!

Billo, immigrante che ama l’Italia
Comments

In un ufficio delle poste italiane


poste

Caro Matteo

Avanzare il sviluppo del paese e della sua economia vuol dire rottamare – a chi lo dico? – tutto quello che impedisce la gente di occuparsi del sviluppo nella loro vita quotidiana. Quando tutti sono occupati di ammazzare il tempo aspettando qualcosa che dovrebbe funzionare, si evolve proprio niente.

Ti propongo di accompagnarmi in un ufficio delle poste italiane.
Non volendo esagerare per un test spediamo soltanto qualche lettera.
Ci muniamo di un ticket per poi aspettare 20 minuti. La sala è pienissima di gente, forse avremmo fatto meglio di non andarlì la sera – ma eri tu a chi non era possibile durante il giorno. Anche tu, presidente, devi fare una volta come tutti i dipendenti.

Finalmente ce l’abbiamo fatta, tocca a noi. Due lettere nazionali da raffrancare da 10 centesimi perché la tariffa è cambiata, adesso 90 centesimi invece di 80 che era già ben caro. Poi una raccomandata nazionale. La signora dall’altro lato del sportello mi guarda con un sospiro: Ma per quello ci bisogna un formulario… Lo so bene ma questi formulari sono forniti soltanto allo sportello. Allora, mettiamoci. Intanto l’impiegata si occupa di due lettere per l’Austria, anche per quelli si è aumentata la tariffa da 10 centesimi. Frattempo ho compilato il formulario che la signora mette in una macchina prima di rimettermi una copia. Abbiamo già consumato 5 minuti del suo tempo.
Poi due lettere voluminose per la Svizzera, affrancati tra quasi 2 minuti.
Da ultimo vorrei munirmi di dieci francobolli da 10 centesimi per aggiungergli ai francobolli che mi restano a casa, comprati ai tempi della vecchia tariffa. Non vorrei essere costretto di disturbare gli impiegati solo per arricchire la francatura. Uffa! questa domanda si rivela come la più grande sfida per la signora. Dopo un’altro sospiro salpa un raccoglitore sul banco, ne prende una busta di plastica di cui fa uscire un foglio di francobolli da 10. Ne conta 10 come l’abbia mai fatto, gli taglia in modo complicatissimo (colpa piuttosto della fabbricazione), se ne reca davanti al computer, ragiona, digita qualcosa, stampa una foglia e la mette insieme al resto dei francobolli nella busta, poi digita su una calcolatrice, ne fa sbucare un scontrino, lo firma e lo mette nella stessa busta. Finalmente estrae un altro foglio con una tabella nella quale annota qualcosa prima di rimetterlo nel raccoglitore il quale rimetta lì di dove l’avevo preso.
Dopo aver pagato un importo totale di 16 euro, la prego di farmi una ricevuta. Lei mi guarda come se io sia sceso dalla luna, ma vedendo che insisto si munisce di un blocco di modello fattura in formato A4 e si mette a scrivere.

Lasciamo la povera signora dopo 16 minuti dal saluto iniziale, tempo sufficiente per renderti conto che i procedimenti pazzeschi sobbarcati agli impiegati di posta (e non solo) sono la radice della plaga. Procedimenti che mi ricordano il modo africano di parodiare la burocrazia europea.

Altrimenti, una volta che sia in Austria, riprenderemo lo stesso test in un ufficio postale lì. Ti giuro, tutto quello non consumerà più di 5 minuti, con l’effetto ovvio che la coda sarà molto più corta anche con un numero di clienti uguale. Procedimenti snelli, Sissignore.

E se un giorno abbia l’occasione di andare oltre le confine UE, in Svizzera, ti porterò nella mia città natale e vedrai che lì test può essere superato anzi entro solo 3 minuti.

Ma prima devi metterti al lavoro, caro Matteo, finché i tuoi concittadini possano approfittare di servizi postali migliorati e quindi dedicare il loro tempo per qualcosa di utile.

Alla prossima, presidente. Coraggio!

Billo
Comments